FIERA REGIONALE DI ORZINUOVI
dal 31 AGOSTO al 4 settembre
Tra le varie iniziative ……
Campi… storie di uomini, terre e cascine
e Lo spettacolo che coinvolge compagnie e associazioni orceane

Il progetto teatrale “Campi… storie di uomini, terre e cascine”, nato da un’idea di Tonino Zana e coordinato dal regista Pietro Arrigoni, debutterà proprio in occasione della 69^ Fiera di Orzinuovi, a Palazzo Franguelli nella serata di domenica 3 settembre.
Lo spettacolo, introdotto dagli studenti dell’I.I.S. “G. Cossali” di Orzinuovi, unisce a articola tre fasi, accompagnate dal programma musicale a cura di Francesco Gussago, con la chitarra di Carlo Gorio, e dal progetto luci di Angelo Costantini:
- Virgilio – Le api dal quarto libro delle Georgiche – riduzione del testo a cura di Klaudio Hila
- Agostino Gallo – Le venti giornate dell’agricoltura e de’ piaceri della villa – testo a cura di Daiana Bussi
- Galeazzo dagli Orzi – La Massera da Bè – riduzione del testo a cura di Gianpaolo Festa
A interpretare i tre momenti artistici, dalle compagnie teatrali orceane “Fuori di Quinta” e “Diversamente Giovani” (teatro dialettale del Centro Diurno Anziani): Clara Tribbia, Marinella Tribbia, Teresa Mancini, Klaudio Hila e Gianni Rossi.
La rinascita dell’agricoltura e della cultura contadina

Lo spettacolo, nelle parole di Pietro Arrigoni, nasce con l’obiettivo di diffondere la conoscenza di tre illustri personalità che contribuirono in modo decisivo alla conoscenza e alla rinascita dell’agricoltura. Agostino Gallo, sensibile umanista, appassionato alla sua terra, amico di pittori e letterati, di nobili di grande peso sociale ed economico, protagonisti della Riforma cattolica a Brescia. Ricco di valori umani e cristiani da un lato e imprenditore acuto ed efficace dall’altro, contribuisce alla rinascita delle campagne bresciane, a lungo martoriate da guerre e violenze, epidemie e carestie, alluvioni e terremoti. È anche grazie alla personalità di Agostino Gallo e delle Giornate se tanti redditieri bresciani decidono di impegnarsi nella conduzione delle proprie proprietà, di trasformare il territorio selvaggio in terra feconda, se la borghesia soddisfatta dei propri guadagni, di fronte alle declinanti prospettive urbane, si rifugia nella villa per ritrovare la propria felicità.
I costumi e gli oggetti di scena, appositamente studiati, disegnati e realizzati dallo scenografa e costumista Sharon Pugliese, prendono spunto dai temi trattati nel testo. Gli abiti non sono una mera rievocazione storica, ma un preciso richiamo alla natura, al suo rapporto con l’uomo, a rumori, animali e profumi dell’ambiente. Il tutto, accompagnato da un selezione di tracce musicali che fanno da eco alla narrazione, evocando ambientazioni naturali. Un ritorno ai campi, un ritorno alla terra, gioia semplice e pura del contatto con la natura, condivisione della fatica e della soddisfazione con i miti amici e compagni del lavoro umano: gli animali, la vite, le mellifere piccole api e la quotidianità del tempo.